Maxiammortamento, ecco dove investire per risparmiare in tasse.
16 Mar 2016
I consigli dell'industria e della distribuzione dentale
(Fonte: Odontoiatria33)
Il maxiammortamento, previsto dalla Legge di stabilità 2016, prevede la possibilità di conteggiare l'ammortamento ai fini fiscali sul costo di acquisto dei cespiti maggiorato del 40%. Se si acquista un riunito del valore di 10 mila euro con un coefficiente di ammortamento del 21%, il conteggio dell'ammortamento da ripartire in cinque anni verrà effettuato su un valore di 14.000 euro (euro 10.000+40%) con la conseguente emersione ai fini fiscali di maggiori costi deducibili per 800 euro per anno (euro 14.000×20%=2.940 contro 2.100 euro calcolato su €10.000×21%).
Anche le automobili, se intestate al professionista o all'azienda, sono inserite tra i beni che usufruiscono del maxiammortamento (di fatto quelli esclusi sono gli immobili)
Per le auto a deducibilità ridotta (articolo 164, Tuir) oltre all'aumento del 40% del costo ammortizzabile, viene elevato della medesima percentuale il limite di deducibilità: dal 20 al 28% per le auto intestate al professionista.
Per il professionista in quanto lavoratore autonomo, ma non per il laboratorio odontotecnico in quanto attività artigianale, le quote di ammortamento al primo anno sono al 100% e non al 50%.
Ma verso quali investimenti possono orientarsi i dentisti e gli odontotecnici? Lo abbiamo chiesto a Maurizio Quaranta vice presidente ADDE, l'associazione europea dei depositi dentali e Gianfranco Berutti presidente Unidi.
Maurizio Quaranta
Diciamo subito che sarebbe alquanto sciocco, per il professionista, investire in attrezzature inutili o che a poco servano per il rinnovamento o il rilancio dello studio perchè tesi ad approfittare solo di questo superammortamento. L'azione avrà pieno successo per il professionista, infatti, solo se l'attrezzatura sulla quale si decidesse di investire, permetterà di aumentare la produttività o la capacità diagnostica dello studio, migliorandone immagine e visibilità oltre a perequarne in contemporanea la politica fiscale.
A quale attrezzatura pensare? Non esiste un criterio fisso. Il segreto è nella testa del professionista che sa se subisce troppi rallentamenti a causa dei vituperati fermi macchina, o se tutto funziona alla perfezione, ma lui necessita disperatamente di implementare la propria capacità diagnostica o di disporre di attrezzature high tech che meglio soddisfino le nuove esigenze di un mutato paziente, oltre alla propria qualità di vita
Ecco allora che possiamo subito parlare del nostro "buon vecchio riunito", ovvero di quella attrezzatura che funziona quotidianamente in modo egregio, senza che noi nemmeno più ce ne accorgiamo. E questo solo perché, dopo decenni nei quali il riunito ha per noi rappresentato la centralità delle attrezzature in studio, oggi rimane "il nostro fedele compagno di lavoro", ma è solo una delle tante attrezzature con le quali operiamo. Quasi sicuramente, e non solo agli occhi del nostro paziente, è diventato vecchio visto che lo abbiamo acquistato alla fine degli anni 90 con l'introduzione della 93/42 CEE ed allora, anche se ai nostri occhi sembra sempre nuovo, non conviene "svecchiarlo"?
Tecnicamente, se i costi di manutenzione annuali equivalgono o superano il 20% del costo a nuovo, non ci sono dubbi: conviene sostituirlo, magari dotandolo con i nuovi sistemi di disinfezione che evitano il rischio di contaminazioni crociate, legionella inclusa, per garantire i propri pazienti contro questi rischi e togliendo così anche il piacere a qualche pretore d'assalto di turno di farsi pubblicità gratuita sulle nostre spalle, evitando di far trattare l'intero settore odontoiatrico da novello untore.
E che dire allora delle sale d'attesa e dei mobili da studio?
Peggio ancora dei riuniti, questi mobili attendevano il superammortamento per chiedere di esser sostituiti. I mobili, infatti, non vengono quasi mai sostituiti, se non quando cadono quasi letteralmente a pezzi. Questo solo perchè i mobili non creano mai problemi di manutenzione e si sopportano anche quando sono diventati poco adatti alle mutate esigenze ergonomiche dello studio. Ciò non significa che, se anche noi accettiamo di adattarci ai nostri mobili, mentre i nostri mobili dovrebbero adattarsi alle nostre nuove esigenze, i nostri pazienti non vedano la loro vetustà. Per chiudere l'argomento sulle attrezzature tradizionali, direi che un occhio di riguardo lo meriterebbe lo nostra sala macchine: il compressore e l'aspiratore, rispettivamente il "cuore" ed il "fegato" dello studio, dove non spendo parola alcuna, visto che ognuno è in grado di valutare in casa propria l'importanza di queste due macchine, troppo spesso rinchiuse e dimenticate in angoli reconditi, da dove ben fanno sentire le proprie ragioni peggio che nell'apologo di Menemio Agrippa.
Sugli investimenti HI TECH non c'è da sprecare parole, visto che non c'è che l'imbarazzo della scelta, una volta deciso che il proprio studio debba diventare uno spazio tecnologico dove una precisa diagnosi digitale (fosfori, rvg, 2D, 3D) farà sempre più da valido supporto per decidere il tipo di trattamento e dove le impronte si prenderanno con degli scanner digitali che ridurranno tempi e distanze per produrre i manufatti protesici con macchine sempre più accurate e precise (cad/cam con la nuova frontiera delle stampanti 3D). Il tutto per un paziente sempre più esigente, non idnifferente all'estetica e sempre più attento al no pain (laser, piezochirurgia). Lo studio odontoiatrico del domani deve esser predisposto oggi e, sicuramente, il superammortamento sarà un buon ausilio per realizzarlo.
Gianfranco Berrutti
Difficile dare dei suggerimenti, certo l'opportunità che la legge di Stabilità offre agli studi odontoiatrici ed ai laboratori odontotecnici è da sfruttare, rendendo ancora più conveniente investire nella propria attività.
Probabilmente molti dentisti o odontotecnici staranno valutando l'acquisto delle nuove tecnologie che stanno rivoluzionando la fabbricazione di protesi, come scanner intraorali o da laboratorio. Il mio consiglio è anche quello di valutare un rinnovo delle attrezzature in possesso. La crisi che ha colpito il nostro Paese e non solo, ha frenato molti studi nel sostituire per esempio apparecchi diagnostici ma anche gli stessi riuniti con quelli di ultima generazione. Stesso discorso per i laboratori odontotecnici. Sostituire un'attrezzature oramai ampiamente ammortizzata e probabilmente obsoleta dal punto di vista tecnologico, consente non solo di offrire ai propri pazienti cure migliori ed in tempi più rapidi ma evita il rischio di essere costretti, per un guasto improvviso, a rimanere inattivi o a non poter utilizzare quella attrezzatura per il periodo necessario alla riparazione. Il mio consiglio è quello di verificare con l'aiuto dei propri tecnici di fiducia l'efficienza delle proprie attrezzature e valutare se sostituirle.
EXPODENTAL Meeting, in programma a Rimini dal 19 al 21 maggio, potrà poi essere l'occasione per vedere e confrontare in tempo reale cosa il mercato offre e decidere da quale azienda acquistare.